Imparare ad ascoltare: consigli per l’uso

Lo scorso mese, dopo la lettura di Don De Lillo avevo scritto un post blog a proposito del parlare. Si discuteva sul far sentire la propria voce, a volte troppo e altre volte poco. Neanche a farlo apposta, Marzo si è invece aperto con un libro, un saggio che rifletteva su tanti aspetti dei tempi contemporanei, tra cui l’ascoltare. 

Un’educazione emotiva di Alain De Botton, scrittore, filosofo e creatore della School of life, ambizioso progetto che vuole risvegliare i sentimenti dei manager inglesi (scherzo). Questo volume è una piccola perla che ruota intorno al concetto fondamentale delle buone maniere. Un libro per riscoprire il bisogno della gentilezza e della cortesia in un mondo frenetico e spesso troppo in affanno o anche solo per un sorriso.

Quante volte riceviamo mail spam o peggio scortesi? O ancora quanti amici alzano il telefono per chiamarti davvero e chiedere come stai? O chi si ricorda di dire grazie allo sconosciuto (distanziato da un metro, ovviamente) che nel supermercato ci fa passare avanti?

Forse siamo esseri umani stressati proprio perché ci siamo dimenticati quei sani principi che l’educazione ci voleva insegnare. Se sei a tavola, semplicemente non guardare il cellulare. E non serve un libro di digital detox per ricordarlo. L’elenco delle buone maniere che abbiamo perso per strada è costellato di tante cose tra cui, appunto l’ascoltare.

Siamo così abituati a dare giudizi, avere un’opinione su tutto, mettere like e commentare che proprio non riusciamo a stare in silenzio e lasciare che qualcuno ci racconti la sua storia, la sua visione della vita.

Il buon ascoltatore è diventato merce rara, sembra ricordarci Alain De Botton. Abbiamo bisogno di qualcuno che anzichè saltare alle conclusioni, dica semplicemente due parole magiche: Vai Avanti. Qualcuno che non ci interrompa per esporre le proprie idee, ma per ascoltarci. 

Il libro in oggetto è stato pubblicato nel 2019 e ho ritrovato la stessa tematica anche in un altro libro recentissimo, pubblicato il mese scorso. Ancora una volta sto per parlarvi di Gianluca Gotto. Dopo Sally Rooney, non posso nascondere che questo scrittore nomade digitale e autore del blog Mangia Vivi Viaggia, sia uno dei miei contemporanei preferiti.

In Succede sempre qualcosa di meraviglioso già nell’incipit racconta come ascoltare gli altri sia una dote rara, classificando il mondo in due categorie: chi ti sovrasta non appena apri bocca e chi rimane in silenzio ma non ti ascolta nemmeno. Ed è qui che il protagonista pensa all’ascoltatore migliore che abbia mai incontrato. Poi c’era il nonno che stava in silenzio per concentrarsi totalmente su ciò che dicevo io. Non gli sfuggiva un dettaglio (…) e gli volevo bene anche per questo.

Lo stesso nonno sarà quello che, dopo averlo attentamente ascoltato, darà un solo giudizio al protagonista di questo romanzo ma in realtà lo sta dicendo a tutti noi: Tu pensi troppo. Ed effettivamente in mezzo a tutto quel frastuono di pensieri Davide non riusciva a sentirsti, trovarsi. Solo imparando a dominare la scimmia che aveva in testa troverà le risposte che stava cercando.

Il bello dei libri di Gianluca Gotto è che sembra di fare un viaggio lungo 300 pagine: un’esplorazione attraverso il mondo, proprio in questo momento in cui, ancora una volta, non è possibile viaggiare. Anche se alla fine, come dice il leggendario Guilly nel romanzo, che cos’è il viaggio se non una ricerca di noi stessi?

A proposito di ascolto, non posso non concludere questo diario di bordo di marzo dedicato all’ascoltare se non con una canzone. In quest’ultimo mese, ho scoperto una serie tv meravigliosa che però era sfuggita all’algoritgmo del mio Netflix a quanto pare. The Bold Type è ispirato alla vita della ex caporedattrice del periodico statunitense Cosmopolitan Joanna Coles. Racconta la vita di 3 amiche in una redazione giornalistica (appunto) a New York, strizzando molto l’occhio a Sex And The City in chiave millennial. 

Quello che mi è piaciuto di più, oltre al bel ritmo del telefilm, è il messaggio positivo che lascia. Lanciato il pilot nel 2017, la serie è arrivata alla quinta stagione, attualmente in produzione, che dovrebbe essere anche l’ultima.

Certo, New York da sola basta ad incantare ma la colonna sonora degli episodi è un boost non indifferente per esaltare il fascino della Grande Mela. Brani conosciuti alternati a chicche di nicchia per un effetto che fa ritornare la voglia di viaggiare e divertirsi. 

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Foto: M. Elisabetta Mancini – New York

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