La scuola del futuro: libera e creativa

Giunti in quel periodo dell’anno in cui migliaia di studenti affrontano i loro esami di maturità/passaggio, viene da chiedersi come si possa digitalizzare in generale il mondo della scuola in Italia. Forse però più che di digitale bisogna parlare di approccio.

La foto in copertina rappresenta l’opera di un artista britannico attivo sotto lo pseudonimo Bob e Roberta Smith . Con questa immagine nel 2013 annunciava il suo Art party, movimento di artisti e designer che volevano portare l’arte nelle scuole. 

Lo facevano attraverso un tema di mindset: imparare a fare arte vuol dire imparare ad essere creativi e coltivare il proprio talento, pensiero laterale e dare un senso alla propria voce. Questa stessa immagine viene ripresa nel libro di Will Gompertz “Nella mente dell’artista” per riconoscere le sfide e possibilità dell’educazione nell’era digitale. (Nel video un interessante esperimento di libro raccontato).

Cosa può realmente fare un’università e una scuola d’arte per avere un impatto innovativo?

Non è solo un sistema di lezione ibride e contaminate ma si tratta di capire come rendere possibile uno sviluppo della creatività nel mondo d’oggi. Una soluzione che Gompertz cita è un esperimento messo in atto da alcune università in cui dopo aver offerto dei MOOC (Massive Open Online Courses) si assisteva ad una “classe ribaltata”.

Gli studenti studiavano a casa, utilizzando piattaforme e vivevano gli spazi dei campus per vedersi ritrovarsi condividere e sviluppare idee pratiche. Fare arte.

Il risultato è stato un clima che gli studenti hanno definito “liberatorio”, in quanto si sono sentiti psicologicamente indipendenti e materialmente autonomi, due pillars importanti per sviluppare creatività. Un modello che potrebbe facilmente essere replicato da molti istituti oggi.

Per approfondire le tematiche del libro, avevo già dedicato un post su un estratto sull’impresa di Michelangelo nell’affrescare la Cappella Sistina.

 

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