Scrivere come Fitzgerald (con ChatGPT)

Può davvero ChatGPT scrivere come Fitzgerald? Si parla molto di ruggenti Anni ’20 in questo periodo, facendo riferimento al secolo scorso con il suo boom economico tra vicende politiche e sociali complesse. Età del jazz, momento di splendore ma anche di ombre e dicotomia fra vecchi e nuovi ricchi, stili musicali che rappresentano la complessità sociale.  Differenza ben rappresentata dai due lati della baia sulla quale vivono i protagonisti de Il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald. E quando pensare agli anni ’20, come non pensare a lui?

Tra i personaggi più iconici, lo scrittore e sua moglie Zelda erano adorati dai contemporanei, passando spesso e volentieri da un eccesso all’altro, inconsapevoli dell’oblio che avrebbe caratterizzato la carriera dello scrittore nel decennio successivo, a causa dei suoi problemi personali.

Lo stile di Fitzgerald è unico: ricco di immagini, dettagli, ambientazioni magiche tra luci soffuse e piste da ballo. Il tutto condito da un linguaggio diretto ed elegante.  

Locali pieni di fumo, bicchieri d’alcol bevuti a metà, auto da corsa, ragazzi perfettamente impomatati all’interno di locali jazz. Parlare soltanto di amore eppure non essere mai banali. Raccontare le imperfezioni eppure essere impeccabili. Una raffinatezza di linguaggio più unica che rara eppure una lettura facile e scorrevole. Una serie di contraddizioni che sintetizzano la sua bravura.

L’Esperimento (in 4 domande)

Così se siamo di nuovo negli anni Venti, c’è davvero qualcuno in grado di replicare lo stile di Fitzgerald, pensando anche alla grande Letteratura Americana? Difficile. Un’altra domanda potrebbe essere come scriverebbe Fitzgerald oggi. E magari di cosa scriverebbe.

Ecco qui allora un esperimento fatto con il vero prodotto di questi anni ’20 ossia ChatGPT. Se non esiste un Fitzgerald, può replicarlo lui?


La vera domanda è quindi se sia possibile guidare l’intelligenza artificiale per scrivere un libro. C’ho provato attraverso una serie di domande, mettendoci fondamentalmente nessun tipo di idea. Non ho scelto i personaggi, Non ho scelto la trama della storia. E non ho scelto neanche lo stile, incomparabile del resto.


Il racconto


Nella tranquilla Willowville, un giovane di nome Alex, dai capelli scuri e occhi curiosi, era avvolto nella morsa dell’era digitale. La tecnologia lo isolava, facendolo naufragare nell’ansia e nella solitudine, in modo impercettibile.

Un giorno, mentre sfogliava le pagine virtuali dei social media, un post riguardante l’impatto della tecnologia sulla salute mentale lo colpì. Quella fu la scintilla che lo spinse a liberarsi dallo schiavo smartphone e ad abbracciare il mondo reale: passeggiare nel parco, chiacchierare con gli amici, immergersi nella lettura di libri.

In uno di quei momenti di scoperta, Alex incrociò Emma, una giovane donna dai capelli biondi come il sole e uno sguardo che sprizzava vita. Il suo abbigliamento dai colori vivaci e il sorriso contagioso lo affascinarono. Le loro storie e le risate sotto il sole scaldante tessero un legame profondo tra loro. L’energia vivace e contagiosa di Emma ispirò Alex a cercare un equilibrio nella sua vita.

Mentre condividevano ore di conversazioni profonde e avventure nella natura, la loro amicizia si trasformò in qualcosa di più profondo. Alex rimase affascinato non solo dalla vivacità di Emma, ma anche dalla sua comprensione delle sue battaglie con la tecnologia. Emma, dall’altra parte, vide in Alex un compagno disposto a intraprendere il difficile percorso del cambiamento.

Un giorno, seduti al bordo di un lago al tramonto, la tensione amorosa che aleggiava nell’aria si rivelò in un bacio appassionato e spontaneo. In quell’attimo senza parole, il loro destino si intrecciò in modo inaspettato, come se il tempo trascorso insieme, condividendo risate e preoccupazioni, li avesse portati inevitabilmente a quel momento magico. Era la storia d’amore di Alex ed Emma, scritta dal destino e intrecciata tra i meandri dell’era digitale e la dolcezza della vita reale.

In conclusione

La verità è che ChatGPT può raccontare la tecnologia, può elaborare informazioni ma se scrivere come Fitzgerald negli anni ’20 vuol dire essere melensi e didascalici, allora possiamo semplicemente concludere che no, ChatGPT non può scrivere come uno scrittore. Per fortuna.

[Foto realizzata con DALL-E ovviamente.]

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