Musica Binaurale, perché se ne parla?

Da 2 anni sono una grande fan di Calm, l’app americana che non solo racchiude meditazioni e masterclass di rilassamento ma un bellissimo archivio di suoni. A differenza di altre piattaforme, l’attenzione che quest’app ha per la musica, spesso con brani creati in esclusiva da artisti anche famosi (es. Moby, Diplo, Jeremiah Freites e molti altri) ne fa una delle mie preferite per lavorare o riordinare. Da qualche settimana è apparsa una playlist intera dedicata alla musica binaurale che, ammetto, non conoscevo. Ho quindi approfondito questo nuovo trend che sta spopolando in America.

Cos’è la musica binaurale?

Come potete immaginare dati i tempi un po’ stressanti che corrono, la musica binaurale si sta diffondendo con l’idea di favorire il rilassamento, contrastando in maniera naturale l’ansia. Basati sui Binaural Beats scoperti nel 1839 dal dott. Heinrich Wilhem Dove, sono fondamentalmente dei suoni pulsati a diverse frequenze suddivise tra Delta, Theta, Alpha e Beta. Scientificamente c’è un’associazione tra un certo tipo di frequenza e uno stato emozionale specifico (per chi vuole approfondire, link che spiega meglio).

Tutto questo quindi per costruire dei brani in grado di favorire stati come il rilassamento e il sonno, quasi come dopo aver praticato meditazione e yoga. Potete immaginare che strumento potente potrebbe essere questa per chi magari vive in stati di ansia importanti (dalle 10 gocce di Xanax al 10 minuti di brano). C’è chi sostiene che però per avere benefici concreti bisogna ascoltarli con un certo tipo di cuffie, in grado di valorizzare l’asimmetria del suono, da un supporto cd e non con MP3 di musica compressa. Suggestione o beneficio reale?

Esperimento di (quasi) una settimana

Ovviamente mi sono subito appassionata alla faccenda e ho fatto un piccolo test per 5 giorni. Non ho usato la playlist di Calm ma sono andata dritta al punto cercando il brano che un noto quotidiano nazionale definiva il miglior esempio di questo tipo. Weightless di Marconi Union.

Si tratta secondo gli esperti di un ottimo esempio di musica binaurale. Mi ha ricordato subito un’app che Brian Eno aveva creato tempo fa per giocare con i suoni ambient. Molto distensiva come suoni ma non ho provato una vero e proprio rilassamento. Un beneficio che ho notato però è che per ben 2 volte mi sono venute un paio di idee che mi sono sembrate utili (quando si dice che il relax favorisce la creatività). Però non ho utilizzato CD ma streaming. Insomma funziona o non funziona? Penso che dipendi molto dalla predisposizione di ciascuno di noi in realtà, nel mio caso direi “ni”.

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