La sezione blog di questo sito si chiama Diario di bordo da sempre, perché ho inteso queste pagine (digitali) come la possibilità di parlare di temi rilevanti per me e riflettere su diversi aspetti. Non potevo quindi non scrivere qualche parola sullo speech di Gianluca Gotto a Marketers sul trovare la propria strada di qualche settimana fa, essendo una sintesi perfetta della ricerca che anch’io sto compiendo.
In questo blog ho ampiamente parlato dei libri di Gianluca (letti tutti) qui, qui e qui e penso che se sia uno degli scrittori più letti in Italia in questo momento, ci sia un motivo. O anche tanti. Forse perché stiamo costruendo un Paese non più sostenibile? Forse perché il mondo del lavoro deve cambiare decisamente le sue regole? O forse perché in un mondo che ci promette tante possibilità, spesso rimanere dove si è non è una soluzione plausibile? E spesso neanche la più comoda, in realtà.
Sono tanti i temi che vengono toccati in questo discorso che va riprendere il suo percorso, il non voler scendere a compressi, imparare a dire di no a quello che la società ci vende come occasioni imperdibili e anche capire qual è la propria missione.
Ad un certo punto chiede ad ognuno di riflettere su una domanda semplice. Se dovessi raccontare a qualcuno chi sei ma non ti fosse permesso parlare del tuo lavoro, dei tuoi dati anagrafici e della tua famiglia cosa diresti?
Chi siamo davvero? Ognuno risponderebbe a modo proprio e forse sceglierebbe di definirsi con quello da cui si sente rappresentato, dalla propria passione. O forse rimarrebbe senza parole, perché non sente più di avere passione per niente perché ha perso il suo scopo.
E il passaggio a Viktor Frankl con il suo magistrale “Uno psicologo nei lager” è breve, perché è stato proprio lo psicologo austriaco a vivere ed osservare sulla sua pelle il significato del celebre aforisma:
Chi ha un perché per vivere sopporta quasi ogni come. – F. Nietzsche
Perché è quello che scegliamo come scopo che ci permette di darci una direzione, qualunque esso sia. E quindi potrebbe essere questo il modo più concreto per trovare la propria strada. Che sia Ikigai o altro. Basti pensare alla creazione di un’opera, al lavoro per ottenere la perfezione. Qualcosa che non esiste ma che sentiamo il bisogno di voler creare per il puro piacere di farlo e di avere un impatto. Il famoso concetto artistico dell’urgenza di raccontare. E forse attraverso questo, di essere.
Il video dura 45 minuti ma le domande che vi porterà a chiedervi dureranno di più 🙂 E se questo post ti è piaciuto, iscriviti alla Newsletter!
📷 Immagine realizzata con Dall-E, of course.